Come (non) sei fatto

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Oggi parleremo di una delle piaghe più devastanti e che ricorre più frequentemente nella fuffa psicologica: ovvero il tuo carattere.

Chi sei? Quali sono le tue caratteristiche interne?

Chiunque voglia rispondere a questa domanda solitamente si trova spiazzato rovistando tra una serie di etichette imbarazzanti ed improbabili che non lasciano scampo ad alcuna possibilità di comprensione piena dell’individuo.

Proviamoci anche noi.

Sono: introverso, estroverso, assertivo, creativo, dinamico, passivo, generoso, pignolo, disordinato…l’elenco potrebbe essere infinito eppure qualcosa stride fortemente nella propria esperienza personale.

E questo avviene per un motivo preciso: perché nessuno esiste con caratteristiche individuali precise. 

La psicologia del buon senso ha cercato di etichettare le persone con una serie di attributi ben riconoscibili ma sopratutto stabili e immodificabili.

Gianni (nome di fantasia) si presenta dallo psicologo perché lamenta una difficoltà nella relazione con sua moglie. Da quando è diventata madre non la riconosce più. I suoi punti di riferimento nel “capirla al volo” sono cambiati totalmente. Il loro rapporto è cambiato totalmente. La moglie è sempre presa dall’accudimento del figlio e sembra che lui sia scomparso dalla sua vista.

La moglie viene descritta con un prima e con un dopo: prima del figlio e dopo il figlio. 

Insomma, un bel grattacapo per il povero Gianni che non si da pace di questo cambio di carattere della moglie.

Moglie che prima sembrava interessata agli aperitivi e alle uscite con amici, estroversa e dinamica risulta improvvisamente presa da altro.

Gianni chiede allo psicologo di ricondurre la moglie sulla retta via, magari utilizzando strategie efficaci per modificare la situazione.

Chiede allo psicologo di vedere la moglie per curarla, per farle capire quanto sia afflitta da qualche disturbo non ben identificato. Insomma rivuole la situazione precedente alla nascita del figlio.

Questa la situazione. Cosa farà il nostro psicologo? Se preso dalla fantasia dell’esistenza dell’ individuo cercherà di capire quali sono le caratteristiche della donna, e perché no, proporrà una bella psicoterapia alla donna.

Qual è il problema? 

Evidentemente non esiste quella donna che veniva tratteggiata così bene dal marito. Già, esiste una donna che ha obiettivi, ad esempio l’accudimento del figlio e non semplicemente la moglie che ha in mente Gianni.

Esiste la donna con aspettative, desideri problematiche che non concernono come è fatta la moglie.

Gianni potrà pensare a come investire nella relazione in maniera diversa, sicuramente più complessa dopo il cambio organizzativo nella sua famiglia.

Però questo solo ad una condizione: che Gianni metta in discussione il pensare alla moglie come una entità stabile ed immutabile.

Come siamo fatti dipende dal rapporto con il contesto che viviamo e con gli obiettivi che ci evoca quel dato contesto.

Noi tutti facciamo esperienza di quanto sia fallimentare il pensarci individui ogni giorno: non proviamo le stesse emozioni in ogni Luogo.

Un conto è quando siamo in relazione con gli amici con cui divertirsi, un conto quando siamo ad una cena di famiglia obbligata o con una partner su cui vogliamo fare colpo.

Vedete come ci sia differenza negli obiettivi? Ovviamente ho usato situazioni stereotipate ma il discorso non cambia. 

Il nostro modo di funzionare, il nostro modo di provare emozioni cambierà totalmente.

Magari con gli amici ci lasceremo andare, con i parenti avremo la faccia di chi non vede l’ora che finisca la tortura, con il partner metteremo l’acceleratore sulle nostre capacità di affascinare o incuriosire l’altro.

Eppure siamo sempre gli stessi, ma con obiettivi e vissuti molto diversi. E questo non vuol dire che siamo uno nessuno centomila per dirla alla Pirandello ma semplicemente che le nostre aspettative, il nostro modo di comportarci, di esperire emozioni, di costruire rapporti cambierà enormemente a seconda di chi abbiamo davanti e cosa vogliamo ottenere.

E allora diventa molto più importante chiedersi sempre  non tanto come è fatta l’altra persona ma che relazione voglio costruirci o ho già costruito.

Non come è fatta mia moglie, mio marito, mio figlio, il mio collega di lavoro ma che relazione ho con lui.

Cambia totalmente la prospettiva. Una prospettiva dove non esistono individui con caratteristiche tagliate con l’accetta ma relazioni che possono essere pensate e volendo comprese.

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